DUE MONDI ABBRACCIATI CHE PARLANO ALL’UNISONO: STEFANIA TALLINI, GABRIEL GROSSI, JAQUES MORELEMBAUM CON “BRASITA”, (ALFAMUSIC, 2022)
// di Mauro Zappaterra //
“La musica di Stefania Tallini è un raffinato concorso di influenze musicali diverse: in particolare classica, jazz e musica brasiliana”.
“Brasita” è il nuovo disco di Stefania Tallini, in pubblicazione su CD (AlfaMusic) in questi giorni, dopo essere stato divulgato sulle principali piattaforme digitali alcuni mesi fa. Una delle cose che ti fa diventare un assiduo ascoltatore ed estimatore di Stefania Tallini è che ogni suo progetto ha caratteristiche a sé stanti, ogni lavoro ha un suo percorso artistico e personale, un sua finalità musicale e spirituale.
Diplomata in pianoforte, arrangiamento e composizione Jazz, è una delle più apprezzate musiciste sia a livello nazionale che internazionale, con una già affermata carriera densa di progetti personali e collaborazioni, con importanti incursioni anche nel mondo del teatro, della danza e del cinema. Ha al suo attivo undici album come leader, più numerose collaborazioni in altri progetti. La musica di Stefania Tallini è un raffinato concorso di influenze musicali diverse: in particolare classica, jazz e musica brasiliana, sono la sua impronta caratteristica da sempre presente nei suoi lavori, e lei le sa fondere magistralmente unendole in uno stile inconfondibile.
Concepito e realizzato in piena pandemia (quindi con tutte le difficoltà ad essa legate) assieme a due enormi musicisti brasiliani, Gabriel Grossi all’armonica e Jaques Morelembaum al violoncello, è un disco di straordinaria bellezza, che ti rapisce dolcemente e ti porta in un mondo fatto di ritmate atmosfere latine, di melanconiche saudade brasiliane, di ritmi jazz e di effluvi di classicismo molto profondi. Stefania, Gabriel e Jaques riescono a mescere con dosi ben calibrate il tutto per un risultato di grande effetto. Il disco è molto intimista, il modo migliore per ascoltarlo è lasciarsi portare nei substrati emotivi che i brani, sapientemente arrangiati, alternano e scandiscono. Come un pendolo che rimarca incessante lo scorrere del tempo, qui il metronomo scandisce i tempi e le battute, ma lo fa in modo che tutto sia lieve all’ascolto, il fruitore si senta perfettamente a suo agio e l’esperienza emotiva ne guadagni.
Ma veniamo ai contenuti del disco: “A Veva” è nata da una ninna nanna dedicata ad una bambina che aveva donato a Stefania Tallini un disegno; è un brano di una dolcezza infinita, una melodia struggente, dove pianoforte, armonica e violoncello prima si alternano nella conduzione del pezzo, poi si uniscono come in un magnifico abbraccio. E’ un brano che più lo ascolti e più ti resta cucito addosso come una calda coperta in una fredda notte invernale. “Hermanos”, suonato in duo da Stefania e Gabriel, è un brano scandito da un brillante ritmo di tango, che prevede un inserto centrale più riflessivo in cui i due musicisti quasi sussurrano in un’atmosfera che si fa “cameristica”, per poi chiudere di nuovo a pieno ritmo; un brano che fonde in modo perfetto la classica con il Sud America.
“O mio babbino caro” è un superbo arrangiamento dell’aria di Puccini (dall’opera Gianni Schicchi) anche questo suonato in duo piano-armonica. E’ un momento per godersi ad occhi chiusi una bellissima melodia, lasciando liberi i pensieri e le sensazioni, ed il pathos è così alto che quasi ti aspetti di sentir attaccare la voce della Divina Maria Callas. “Festa no Sertao”, di Heitor Villa Lobos, ci riporta in Sudamerica, con una arrangiamento per duo trainato da un gioioso ritmo giocato in perfetta sintonia tra il pianoforte e l’armonica.
In “Olha Maria” ritroviamo il trio, con il violoncello di Morelembaum che prima ricama melanconicamente la base di piano, poi sostiene l’armonica e si scambia con essa nel dare al brano la connotazione emozionale che lo caratterizza, prima della chiusa finale affidata alla solennità del pianoforte. Non poteva mancare una dedica al cinema d’autore ed al grande Maestro Ennio Morricone, con un bellissimo arrangiamento di Nuovo Cinema Paradiso, che ha nella delicatezza dell’esecuzione d’assieme di Stefania e Gabriel il tratto più caratteristico.
E veniamo ad uno dei brani più intriganti ed interessanti del disco, quel “Riotango” suonato in trio dove, dopo un inizio in punta di piedi, si può godere del sapore argentino della melodia e del ritmo da ballo, e dove ciascuno dei tre sodali mette la sua firma sulla bellezza dell’assieme. I due successivi brani, “Chopiniana” e “Na Villa do Bach”, sono un omaggio di Stefania e Gabriel a due colossi della classica, e ne condividono, oltre all’esecuzione, anche la scrittura, che ne esalta la grande sintonia artistica tra i due, con un’aria più classica (da un Notturno) la prima, e più latina la seconda. Il conclusivo “Nossa Valsa”, di Grossi, chiude, con una melodia superba suonata dal trio, un disco di grande armonia ed intensità, dove due mondi così lontani geograficamente, si uniscono in un abbraccio artistico che li rende capaci di un’espressione musicale comune.