Zorzi1

In un plot di potenza ed introspezione, di rigore e libertà, lo Spriss Quartet si propone come un opificio vivo, atto a restituire al pubblico un’esperienza totalizzante che unisce intensità e profondità, memoria e invenzione.

// di Francesco Cataldo Verrina //

Lo Spriss Quartet si coagula intorno ad un’idea di Roberto Zorzi, musicista veronese dalla lunga e articolata traiettoria, noto per aver intrecciato la propria ricerca con figure di rilievo della scena jazz e post-rock tra gli anni Novanta e Duemila. La sua attività si è nutrita di collaborazioni con personalità come Franco D’Andrea, Danilo Gallo, Francesco Bearzatti, Elliott Sharp, Joey Baron, Henry Kaiser, Barry Guy, Michael Manring, Scott Amendola e Fred Frith: un ventaglio di esperienze che testimonia un’attitudine a muoversi con naturalezza tra linguaggi differenti, mantenendo sempre viva la tensione verso un’esplorazione sonora non convenzionale.

Zorzi è affiancato dal contrabbassista e compositore Aldo Mella, figura storica del jazz italiano, la cui autorevolezza si è consolidata attraverso una ventennale collaborazione con Franco D’Andrea e grazie ad un percorso che lo ha visto dialogare con artisti di calibro internazionale quali Stanley Jordan, Lee Konitz e Dave Douglas. La sua versatilità lo ha condotto anche a collaborazioni con interpreti provenienti da ambiti più popolari, come la cantante Rossana Casale ed il cantautore Fabio Concato, segno di una sensibilità capace di attraversare territori stilistici diversi senza perdere coerenza espressiva.

Il quartetto si completa con due batteristi, scelta che riflette la predilezione di Zorzi per le stratificazioni percussive e per la complessità poliritmica, alimentata dalla sua passione per il periodo aureo dei King Crimson, in particolare per il capolavoro «Larks’ Tongues in Aspic». Zeno De Rossi, vincitore del referendum della rivista Musica Jazz nel 2011 come miglior batterista italiano, rappresenta una voce imprescindibile della scena contemporanea: collaboratore di lunga data di Vinicio Capossela, ha saputo guadagnarsi la stima di musicisti americani come Marc Ribot, Chris Speed, Bill Frisell e Anthony Coleman, oltre che di numerosi protagonisti italiani quali Franco D’Andrea, Roberto Ottaviano, Enrico Rava, Cristina Zavalloni e Gianluigi Trovesi. Al suo fianco Luca Pighi, attivo sin dai primi anni Novanta, richiesto come session man da una vasta schiera di autori, in grado di coniugare precisione tecnica e flessibilità interpretativa.

La formula del concerto proposto da Zorzi e compagni si annuncia come un itinerario attraverso le esperienze e le memorie musicali dei quattro protagonisti, un percorso che farà emergere inevitabilmente le molteplici influenze sedimentate nei loro linguaggi: dal jazz al rock, dall’improvvisazione radicale alle forme più liriche e contemplative. La compresenza di momenti di notevole energia e di passaggi più meditativi e interiori rimanda a quella dimensione sonora che la storica etichetta tedesca ECM ha contribuito a codificare, creando un immaginario estetico riconoscibile e duraturo. In questo plot di potenza e introspezione, di rigore e libertà, lo «Spriss Quartet» si propone come opificio vivo, atto a restituire al pubblico un’esperienza totalizzante che unisce intensità e profondità, memoria e invenzione.

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