Abbadia_Front

«Change» è un lavoro calato nel hic et nunc contemporaneo, che affascina e coinvolge, un album coeso e ricco di spunti narrativi, dove ogni traccia contribuisce a costruire una meta sonora agognata e lussureggiante.

// di Francesco Cataldo verrina //

Con «Change», Andrea Abbadia ci guida in un viaggio musicale intenso e profondamente evocativo, segnando una tappa importante nella sua evoluzione artistica. Il sassofonista baritono, insieme al suo quartetto stabile composto da Lello Petrarca al pianoforte, Luca Varavallo al contrabbasso e Alex Perrone alla batteria, offre un’esperienza sonora originale, in cui il sax baritono si impone come voce leader solista, rovesciando le convenzioni e dando vita a un sound unico.

Il concept di «Change» ruota attorno ad una trasformazione interiore e spirituale, come sottolineato dall’autore stesso: un percorso che implica la rinuncia alle certezze superficiali per scoprire nuove profondità dell’anima. Questa visione si traduce in otto passaggi e paesaggi sonori, i quali alternano raffinate costruzioni melodiche a momenti di pura improvvisazione, mantenendo sempre un efficiente impatto emotivo. Le composizioni originali di Abbadia e dei suoi compagni di viaggio riflettono una sensibilità artistica matura. Brani come «Dying To Oneself» e «Ubuntu» sono intrisi di introspezione, mentre «Just A Ride» e «Women» rivelano la solida coesione del line-up . La chiusura con «Francesco e le Rondini», omaggio a Lucio Dalla, arricchito dal violoncello di Antonio Merici, aggiunge è un ulteriore carotaggio emotivo in profondità. Nelle liner notes di Javier Girotto descrive il concept di Abbadia come un’opera di estrema maturità, celebrando la sintonia tra i musicisti e la loro capacità di andare oltre il tecnicismo, lasciando spazio ad un’espressività senza confini. Nello specifico Girotto afferma: «la sorpresa più grande è stata ascoltare Andrea nella sua straordinaria crescita musicale e nella maturità artistica raggiunta in questi pochi anni. Spero che questo disco apra la strada a molti altri lavori discografici e concerti, per dilettare e deliziare le nostre orecchie ed emozioni».

Gli otto componimenti riflettono un percorso musicale intenso e concettualmente stratificato. Ogni tassello dell’album contribuisce a raccontare l’evoluzione stilistica e strumentale del quartetto, ponendo in luce un equilibrio perfetto tra scrittura e improvvisazione. La title-track, «Change» è una dichiarazione d’intenti: il sax baritono guida il racconto con un tema incisivo e pervicacemente evocativo, accompagnato da una sezione ritmica viva e pulsante. «Just a Ride», a firma Luca Varavallo e Francesco Girardi, si distingue per il suo andamento fluido e narrativo. Le armonie costruiscono un’atmosfera sospesa, mentre il quartetto mantiene una coesione impeccabile. «Dying To Oneself», forse il brano più intimista dell’album, esprime in musica il concetto di rinascita spirituale. Il dialogo tra il pianoforte e il sax baritono è ricco di pathos e racconta una trasformazione interiore profonda. «Women», nato dalla collaborazione tra Abbadia, Varavallo e Catria, si sviluppa su un groove sofisticato e su soluzioni armoniche che danno ampio spazio all’espressività dei singoli musicisti. «Know-How», ancora farina del sacco di Varavallo e Girardi, evidenzia la capacità del gruppo di padroneggiare complessi intrecci ritmici senza perdere in flessibilità. Il pianoforte di Petrarca regala momenti di signorile virtuosismo.

«Ubuntu» è un inno alla connessione e alla condivisione. Il costrutto sonoro sfrutta progressioni ad alta temperatura ed un’interazione inter pares che incarna il concetto africano di interdipendenza umana. «Song For Andrew», composto da Raffaele Petrarca, ha un risoluto carattere melodico, con il pianoforte che guida l’indagine ed il sax baritono che interviene con pennellate di pungente lirismo. «Francesco e le Rondini», l’omaggio a Lucio Dalla rielaborato da Andrea Abbadia, suggella il disco con un’impronta poetica e nostalgica, mentre l’aggiunta del violoncello di Antonio Merici ne amplifica i contrafforti evocativi. In sintesi, «Change» è un lavoro, calato nel hic et nunc contemporaneo, che affascina e coinvolge, un album coeso e ricco di spunti narrativi, dove ogni traccia contribuisce a costruire una meta sonora agognata e lussureggiante. La narrazione musicale è intensa e la tecnica impeccabile: Andrea Abbadia dimostra di essere non solo un eccellente interprete, ma anche un compositore capace di trasmettere emozioni abissali attraverso le sue partiture. Bastano un paio d’ascolti e l’album vi conquisterà.

Andrea Abbadia
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