// di Kater Pink //

La prima edizione del «City Music Festival / Springtime Jazz», breve rassegna dedicata al nuovo jazz italiano di qualità, si svolgerà, da giovedì 28 marzo a domenica 14 aprile, allo Stix Music Club di Perugia. Cinque date che evidenziano una proposta articolata che lambisce varie tendenze del jazz contemporaneo. Si susseguiranno sullo stage del club perugino:

Giovedì 28 marzo, ore 21.00, il Lisa Manara Quartet.

L’autorevole mensile Musica Jazz scrive della band-leader: «Non è facile incontrare una voce che metta insieme grinta, intonazione e una vigorosa interpretazione, Lisa Manara ci riesce con una disarmante facilità attraversando come poche il bel canzoniere afro e soul-blues, padroneggiando le dinamiche e sventagliando una sicurezza derivante da chi ha già alle spalle un bel po’ di anni di palco. Graffia come una pantera nera e svolazza nelle note alte con un glissato che le consente di passare dalle ottave più basse a quelle alte, senza alcun contraccolpo, mantenendo anche una pronuncia chiara e forbita. Chapeau, quindi alla nuova interprete della musica afro-americana targata Italia». Lisa Manara «Capo Verde, canta l’incontro»: Un itinerario di viaggio che attracca alle banchine dell’arcipelago di Capo Verde , sbriciolato in mezzo all’Atlantico, al largo delle coste occidentali africane. Le isole baciate dal vento hanno mischiato influenze sonore diverse creando un crogiolo di esperienze e culture differenti naufragate assieme sullo stesso pugno di isole divisa a metà tra tradizione latino-europea e antiche radici africane tramandate oralmente dai tanti immigrati che andavano e tornavano. Dalle morne dal tempo lentissimo in cui si cullano onde melanconiche, alla più allegra coladeira , si balla poi sui ritmi di batuque funanà, dove si sente forte l’influenza dell’Africa continentale. Un canovaccio musicale che si appella alla grandi musiche interpretate da Cesaria Evora, schiva, risoluta, sobria ed elegante ambasciatrice della musica di Capo Verde nel mondo. Il dolce lamento della melodia di Sodade, all’esplosione di Bia Lulucha, alla celebre Angola, terra dalla quale provenivano originariamente tanti capoverdiani. Nel progetto vengono anche recuperati brani di cantautori contemporanei quali Mayra Andrade, Bonga, Cordas Do Sol. Lisa Manara, presta la voce a questa incontro sonoro accompagnata da musicisti del calibro di: Aldo Betto, Federico Squassabia, Paolo Rubboli e Fabio Mazzini.

Francesco Sensi Quartet, mercoledì 3 aprile, ore 21.00

Il quartetto presenterà per l’occasione i brani del nuovo CD «In Abstracto». Francesco Sensi, chitarrista di talento con studi regolari ed approfonditi, si muove sugli assi cartesiani del processo evolutivo della chitarra jazz, il cui punto di riferimento sembra essere un musicista-ponte, di quelli dislocati sulla traiettoria che collega il passato ed il futuro del jazz nell’accezione più larga del termine, ossia Kurt Rosenwinkel, classe 1970, pilastro strutturale della scena newyorkese e portatore sano di un jazz di confluenza, basato su istanze molteplici, tipico degli anni Novanta. Per un certo periodo, il chitarrista di Filadelfia instaurò un valido rapporto di collaborazione con un pianista, di qualche anno più giovane, ma dotato di vivaci demoni creativi, tale Aaron Parks, memore anche dell’ottimo sodalizio strumentale tra Pat Metheny e Lyle Mays. Il Francesco Sensi Quartet, in piedi dal 2021, sembra reggersi su una stretta relazione fra chitarra e pianoforte, la cui titolarità, nello specifico, appartiene a Diego Albini, senza sminuire il sostanziale apporto della retroguardia ritmica: Enrico Palmieri al basso elettrico e John De Martino alla batteria. L’album «In Abstracto», è un lavoro di analisi e di sintesi, di riflessi e di riflessioni, uno scendere in profondità e un risalire, un guardare indietro ed un tornare in avanti fino a trovare il nucleo gravitazionale di uno stile personale e distintivo. Il tracciato sonoro si dipana attraverso otto composizioni – tutta farina del sacco di Francesco Sensi – le quali sembrano legate da un filo immaginario. Siamo sul piano inclinato di un concept compatto ed uniforme, dove appare nitida la volontà del quartetto di mantenere l’effluvio ritmico-armonico a temperatura costante.

Mafalda Minnozzi con Paul Ricci, Venerdì 5 aprile, ore 21.00

Mafalda Minnozzi canta in quattro lingue: portoghese, inglese, francese e italiano, a testimonianza della disarmante naturalezza con cui affronta repertori differenti con eclettismo, classe cristallina, sensibilità interpretativa e poeticità che conquistano all’istante. «Comporre e scomporre le misure di ogni singola battuta, entrare in ogni verso e parola per trovarne il suo significato più intimo, in simbiosi con l’autore di quella canzone che ha stravolto la mia vita. Poi calcolare il ritmo come parte integrante dei miei stessi passi, respirare profondamente l’odore, il colore e la natura di un Paese come il Brasile che mi ispira e mi fa sognare. Infine, improvvisare nella più totale libertà nuove note che corrono e si intrecciano nel cielo del mio mondo musicale». Il nuovo concerto di Mafalda Minnozzi, “IMPRONTA LATINA”, rappresenta una celebrazione dell’essenza dello spirito latino che ha plasmato la sua carriera internazionale, posizionandola come una delle interpreti più raffinate nel panorama della “musica del mondo”. Questo spettacolo non solo sottolinea il successo delle sue recenti produzioni discografiche, accolte entusiasticamente dalle principali stazioni radio americane del jazz, tra cui la prestigiosa WBGO, ma dimostra anche l’eccezionale versatilità della Minnozzi sul palco. Il suo repertorio spazia da Caetano Veloso, Ivan Lins e Jobim a Ennio Morricone, Bruno Martino e Sergio Endrigo in una progressione armonizzata da arrangiamenti jazzistici originali, creati in collaborazione con il chitarrista e produttore musicale newyorchese Paul Ricci. Dopo i suoi debutti al “Baretto at Fasano” di New York e al “Blue Note” di San Paolo, Mafalda Minnozzi propone il suo concerto “Impronta Latina” in Europa iniziando dal palco dello Stix Music Club di Perugia prima di esibirsi a Brema, in occasione della Jazzahead! Clubnight 2024.

Extra Sauce, venerdì 12 aprile, ore 2100

Al ricco intreccio strumentale, gli Extra Sauce, assortito settetto, aggiungono anche una carica di ironia e gioiosità, particolarmente in un’era in cui talune formule alchemiche brevettate nelle foreste del Nord Europa, il più delle volte, imbrigliano il jazz, o sedicente tale, in un mutismo asfittico e cerebroide, fatto di concetti sussurrati e soporiferi. Per contro, gli Extra Sauce, che sembrano muoversi idealmente fra Los Angeles e Chicago, fra Boston e New York, seguono le coordinate di una musica polimatica, una cuspide sonora appollaiata nel punto nevralgico in cui confluiscono vari stilemi di matrice afro-americana, jazz funk, soul, rock, blues, R&B, e non necessariamente riconducibile a quell’organicità o sistematicità tipica di chi opera in habitat mentale circoscritto e monotematico. Perfino la scelta del nome, nel gergo, è già qualcosa di provocatorio e di sfuggente che si spinge oltre le colonne d’Ercole di una banalità perimetrabile, così come il titolo del loro colorato CD, dove si ritraggono in copertina cartoonizzati: «Extravaganza», in effetti, non è solo sinonimo di stravaganza estetica, visiva o comportamentale, ma diventa l’epitome di una struttura sonora concettualmente vagante ed in movimento, simile ad un viaggio no-limits che si snoda in più direzioni sulla spinta di un sound fortemente propulsivo. «Comporre e registrare Extravaganza – spiega la band nelle note di copertina – è stato un viaggio incredibile che vogliamo condividere con tutti coloro che ci circondano. Crediamo che la musica sia una straordinaria forma di comunicazione e speriamo che i nostri brani siano in grado di accendere una scintilla d’interesse per le composizioni strumentali, mostrando cosa sono davvero: una tela di emozioni che ognuno può interpretare a modo suo». L’ensemble perugino è composto da Emanuele Caporali Sassofono, Davide Zucchini Tromba, Santiago Fernandez Tastiere, Federico Papaianni Chitarra, Ruggero Bonucci Basso, Simone Chiavini Percussioni, Alessio Lucaroni Batteria, i quali esprimono singolarmente personalità marcate ed evidenti, producendo soprattutto nell’atto creativo ed esecutivo una ricchezza di suoni e situazioni molteplici. In genere, le loro composizioni nascono da un’idea e da uno spunto suggerito da un singolo componente del gruppo e poi collegialmente sviluppato e locupletato in studio o in sala prove. L’album «Estravaganza», che verrà presentato allo Stix Music Club, nasce e si sostanzia su tali presupposti, attraverso una fusion multitasking e speziata, tanto per rimanere in linea con il nome dell’ensemble.

Flow: Sonia Spinello, Eugenia Canale e Achille Succi, Domenica 14 aprile, ore 17.30

«Flow» è un progetto musicale che possiede in primis le stimmate dell’unicità, in cui, già al primo contatto aurale, le due titolari dell’impresa, Sonia Spinello ed Eugenia Canale, riescono a risucchiare il fruitore in vortice di sensazioni lontane dai fragori dell’era del metaverso e del Web 4.0, dove tutto viene strillato o confezionato in maniera ridondante. Per contro «Flow» è calato in un’ambientazione minimale, nella forma e nella sostanza, tanto che l’essenza stessa del parenchima sonoro si fonde a caldo con le parole, in cui la musica sembra sussurrare raccontando di un mondo quasi misterico e sotterraneo, mentre le parole risuonano nell’aria come piccole stille di emozioni da prendere a piccole dosi. Siamo di fronte ad un vocal-jazz «vegano», completamente privo di grassi o eccessi proteici e dove gli strumenti, senza mai sovrapporsi, si annodano intorno ad un canto elegiaco e struggente. Tra echi d’oriente, folate di suoni mediterranei, essenze nordiche e reminiscenze cameristiche, Sonia Spinello ed Eugenia Canale sembrerebbe che abbiano voluto condensare e disperdere nell’aria, attraverso un modulo espressivo – certamente non prevedibile e contenuto nei programmi ministeriali – tutta una serie di elementi sospesi o nascosti fra le righe, ma percepibili: disperazione antica, sofferenze moderne, il pianto di un bambino o di una madre affranta dalla guerra, il tormento di due amanti, il canto degli uccelli in migrazione, il lamento di generazioni intrappolate nelle metropoli virtuali, ma anche il risveglio della natura e il sapore della terra, di terre lontane e di luoghi incantati e incantevoli.«Flow» porta il suo scandaglio in profondità e, come un torrente carsico, emerge lentamente trascinando dietro di sè un inarrestabile flusso sonoro ispirato da culture molteplici, dove gli strumenti, di certo non convenzionali, seguono le indicazioni audiotattili impartite dal pianoforte di Eugenia Canale, facendo da corollario alla voce di Sonia Spinello e non solo. L’excursus sonoro si sviluppa solo apparentemente partendo da un rapporto duale, ma in realtà è frutto di una circolarità creativa e narrativa che coinvolge a turno altri musicisti, nello specifico il sassofonista Achille Succi.

«City Music Festival / Springtime Jazz» , da giovedì 28 marzo a domenica 14 aprile 2024

Stix Music Club di Perugia, Strada San Pietrino 1, zona Madonna Alta. Info e prenotazioni: 075.5052415 /349.6668062

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