«Il mio tempo«, spiega Valeria Rinali, «un tempo di cui torno a impossessarmi, forse per la prima volta, per farlo mio, come il momento per affrontare se stessi e pagare i propri debiti col passato, per entrare definitivamente nella vita».

// di Francesco Cataldo Verrina //

«My Time» è un lavoro suggestivo, ricco di intensità, dove la voce di Valeria Rinaldi si esprime al massimo delle potenzialità sostenuta da un settetto, in cui emerge la personalità del sassofonista Stefano Di Grigoli, cointestatario del progetto che nasce da una lunga ed intensa attività live in teatro da parte della cantante-autrice. Pubblicato dalla Music Diffusion, l’album è un vero e proprio concerto di musica racchiuso in un album. La formazione strumentale è composta da sette elementi, Valeria Rinaldi voce, Giuseppe Panico tromba, Stefano Di Grigoli sax tenore, Walter Fantozzi trombone, Pietro Caroleo pianoforte, Flavio Bertipaglia contrabbasso e Gianmarco De Nisi batteria. Tutto il lavoro su disco è pervaso da una forza tranquilla che scaturisce da un’energia cinetica positiva e multidirezionale, tanto che le varie tracce contenute nell’album riescono a trasmettere le medesime good vibrations diffuse su un palcoscenico. L’idioma italico è perfettamente adattato come una pellicola aderente al vernacolo jazzistico, dove le parole diventano suoni e fonemi facendo ricorso allo scat, di cui fu maestra Ella Fitzgerald, punto di riferimento ed ispirazione ideale della Rinaldi.

«My Time» si snoda su un tappeto sonoro steso ad arte per evidenziare le peculiarità della lead-vocalist: il batterista Gianmarco De Nisi, il contrabbassista Flavio Bertipaglia, il trombettista Giuseppe Panico ed il trombonista Walter Fantozzi, a cui il pianista Pietro Caroleo e il sassofonista Stefano Di Grigoli indicano la via da seguire, attraverso composizioni tensiaottive ed arrangiamenti a maglie larghe, capaci di favorire l’inserimento dei singoli strumentisti, mentre la forte personalità di Valeria affiora lentamente in superficie sulle ali di un canto coinvolgente e lirico, mescolato amabilmente al swing dell’ensemble, da cui si staglia maestosa la «voce» del sassofono, quasi in alternanza, mentre la cantante s’immerge nelle zampillanti progressioni armoniche del pianoforte con voce sempre brillante e adamantina, da cui traspare una voglia costante di sorprendere e di non ripetere mai lo stesso schema. Basta ascoltare l’iniziale «Terranova», attraversata da un piacevole latin-tinge a scaglie funkified, in cui alla voce risponde magnificamente, dapprima il sax sempre assertivo e, successivamente, il piano con un martellio saltellante e divertito, mentre «Nel profondo» si sviluppa sulla scorta di un mood soulful ed ammiccante, durante il quale l’ensemble distribuisce cromatismi a piene mani. La title-track, «My Time», si sostanzia come un gioiellino di jazz cantato a tinte cool, ricamato dai fiati e sospinto dalla retroguardia ritmica con garbo e mestiere. «Just in Time», scritta Jule Styne, rinomato autore di musical, è un arrembante swing dal sapore vagamente retrò, che porta al proscenio l’efficace vocalese della Rinaldi. «Another Day», a firma Di Grigoli, possiede un afflato jazzistico in piena regola, con cui la cantante trova una perfetta compliance. Dice la Rinaldi: «Gli arrangiamenti in chiave jazzistica, sono interamente curati da Stefano Di Grigoli, le composizioni sono per lo più originali scritte da me e dallo stesso Di Grigoli. Era il disco che aspettavo da tempo! Nuova linfa che nutre la fame di musica e che stimola al cambiamento. Un disco un po’ autobiografico che racconta della consapevolezza raggiunta».

Una formula jazzistica a presa rapida e di facile metabolizzazione, locupletata da un flusso canoro attrattivo e mai stancante, intriso di blues, ravvivato dallo scat e da qualche timida pennella di pop pronto cuoci, al fine di offrire al fruitore melodie accoglienti e leggiadre, frutto di un consumato rapporto con il pubblico: «In sette anni ho imparato tantissimo dal palco e porto con me l’esperienza della condivisione. Rendere partecipe l’uditorio, raccontare le storie che si celano dietro ad ogni voce, ad ogni artista o compositore del jazz». «I Wanna Man» crea una vera atmosfera da grande music hall a colpi di swing, canto e ritmo sincopato. Con «Crazy Man» scritta da Di Grigoli, le luci si abbassano e la voce della Rinaldi diventa ammaliante arricchendosi passo passo di pungenti contrafforti lirici che abbelliscono la melodia strumentale già di per sé alquanto perforante. «The Masquerade Is Over» di Herbert Magidson e Allie Wrubel, cantata in Italiano, riporta alla mente l’accoppiata Nancy Wilson e Cannonball Adderley, ma in maniera più contemporanea e vicina al new cool inglese degli anni Ottanta. In chiusura, «Air Mail Special» di Mundy Goodmann, un accorato inno allo swing ed al vocalese «scattoso» modello Manhattan Transfer. «My Time» di Valeria Rinaldi e Stefano Di Grigoli Septet è un kit sonoro facile da montare e da utilizzare. A suggello, le parole della protagonista che meglio di ogni perifrasi o iperbole linguistica riescono a spiegare il senso di questo progetto: «My Time è il momento giusto, è l’ora del risveglio, della rivalsa, del godere appieno delle occasioni che la vita ci regala».

Valeria Rinaldi / Ph-credits Fabio Spagnoletto-©

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