LA NEW GENERATION DEL JAZZ ITALIANO: “AQUA” DEI SEA CONNECTION TRIO, CREATIVITÀ E TALENTO AL SERVIZIO DELL’INTERPLAY

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Aqua

// di Mauro Zappaterra //

“Aqua”, di recente pubblicazione by AlfaMusic, è il primo disco dei Sea Connection Trio, che nell’occasione diventa quartetto grazie alla presenza del sassofono di Nicola Caminiti, che completa il nucleo originario del trio formato da Claudio Palana al piano, Tommaso Pugliese al contrabbasso e Federico Saccà alla batteria. Il disco descrive la capacità della giovane band, composta da musicisti messinesi, di esprimere un jazz sostanzioso, elegante, melodico, che non sposa una singola matrice musicale, ma è una commistione di diverse influenze, da quella più fedele al jazz mainstream, alla fusion, alla moderna world music ed a ritmi più esotici. I musicisti si esprimono con una tecnica di alto livello, mentre l’interplay è sempre ben presente ed equilibrato, non ci sono solo piano e sax a trainare l’esecuzione, ma ciascuno dei sodali si mette in gioco da protagonista, lasciando nell’ascoltatore quel senso di completezza e pienezza d’assieme che fa di questo ottimo lavoro il tratto più evidente.

Le tracce, tutte a firma originale, sono ottimamente arrangiate, i cambi di ritmo sono frequenti, come se nello svolgimento del tema principale si aprissero spesso delle parentesi, che ritroviamo magicamente chiuse dopo avere espresso concetti sempre congrui nel tema e mai fini a se stesse. La “Intro”, suonata da Claudio Palana al piano, scrive il tema melodico per la successiva “Resolution of Enigma”, dove la trama si sviluppa in parallelo tra il sax di Caminiti e lo stesso Palana, e dove la linea di basso di Pugliese e la spinta metronomica di Saccà alla batteria, perfetti nel sostegno dell’impianto esecutivo, danno già un saggio di quella che è la grande amalgama del gruppo.

Twenty “ inizia in “punta di dita”, con il contrabbasso protagonista, che disegna una bella linea che va a sfumare sul piano, dando il via ad una serie di fraseggi alternati tra sax soprano e pianoforte, che riprendono quel concetto di “parentesi” di cui si parlava in precedenza. “Moon Waltz” ha già nel nome il ritmo di base, ovvero un jazz waltz in 3/4 dove l’assolo centrale di contrabbasso di Pugliese è di pregevole fattura, con Saccà sugli scudi nella parte finale in grande spinta sul duo sax-piano. “Ora vediamo”: sofisticated ballad scritta da Saccà che ha un sapore antico, di american jazz club, col sassofono vellutato di Caminiti che regala emozioni, così come il bell’assolo di basso ben in evidenza ed il piano che raccorda il tutto con sapiente delicatezza.

Time habits” inizia con una bella linea di basso con un groove funkeggiante, che poi lascia il posto al piano solo, sviluppato molto bene da Palana attorno al basso che regge il gioco senza esitazioni; l’assolo di sassofono che subentra si potrebbe definire di “Coltraniana memoria” per il fraseggio molto articolato; nuovo cambio di tempo per la bella chiusa. Da apprezzare anche la sintassi ritmica di Bendel, che si regge su un solo dirompente di sax, ottimamente sorretto da una bella performance di Saccà alla batteria, sempre preciso e costante nella spinta propulsiva.

La batteria resta grande protagonista nella “Intro”, con un assolo molto variopinto e rockeggiante, che diventa la base su cui inizia “Magical Landscape”, subito dopo abbiamo di nuovo una sequenza di cambi di ritmo che fanno da tappeto alle diverse parentesi contenute nel brano, dal soprano solo, che scambia con il piano la conduzione del pezzo fino alla chiusa sfumata. Chiude il disco “Ceneride”, con una melodia molto romantica, ben suonata ed arrangiata, dove trova spazio quel tocco di poesia che ben suggella l’atmosfera raffinata che si respira in questo bel lavoro di gruppo.

Non posso non citare l’immancabile gran lavoro professionale a livello di mixaggio e sound engineer di AlfaMusic, dove come sempre la qualità è di casa.

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