// di Francesco Cataldo Verrina //

Sonny Stitt, per lungo tempo è stato assimilato ad altri sassofonisti più famosi, ma non perché non avesse un proprio stile, probabilmente possedeva più di un talento: aveva la velocità ed anche il senso di sfida di Charlie Parker, la potenza e sacro fuoco di Coleman Howkins, ma anche la capacità di ammorbidire il suo fraseggio e renderlo levigato alla medesima stregua di Lester Young. Per molti anni il Parisian Room di Los Angeles è stato uno dei Jazz Club più importanti della West Coast. Ciò fu in gran parte dovuto all’intuito di Ernie ed Erwin France che avevano il buon senso di impiegare il sassofonista James (Red) Holloway, sia come leader della band di turno, che in qualità di house booker. Halloway non solo reggeva le intere sorti della gruppo che lo affiancava, ma amava misurarsi solo con i musicisti più talentuosi, condividendo con loro il palco per delle session memorabili.

Uno degli incontri più fortunati fu quello con Edward “Sonny” Stitt. Mentre Sonny e Red stavano musicalmente duellando alla Parisian Room, capirono che tutti gli ingredienti necessari per un nuovo album di Sonny erano lì a portata mano. La pietanza sarebbe stata servita anche dal pianista Art Hillery, dal batterista Clarence Johnston e dal bassista Larry Gales, quest’ultimo dotato di notevole esperienza e soprattutto detentore di una certa familiarità con gruppi formati da più sassofoni, avendo lavorato per anni con Eddie Davis e Johnny Griffin. Sonny stesso aveva già lavorato a lungo con altri tenori: Gene Ammons, Booker Erwin e Paul Gonzalves. Il concetto di un set con due tenori non era un fatto inedito, ma costituiva certamente un evento meno prevedibile ed eccitante, rispetto ad una combo guidata da un solo strumento a fiato.

La validità del progetto, con due comprimari, è testimoniata dal brillante solco d’inizio, “The Way You Look Tonight”. Il tema principale è introdotto all’unisono con Red e Sonny che si dividono il ponte seguito da un ruggente coro di Red Holloway. Sonny arriva a ruota, sputando fuoco dal suo sax come un drago. “Forecast: Sonny and Red” è un blues rilassato composto dal pianista Art Hillery. Un distillato di melodia dove la musica è pura gioia, mentre il piano, a sostegno dei due fiati, disegna linee e fraseggi di alta scuola jazz. In tema di ballate, la prima facciata dell’album contiene due capolavori soulful. Red si accaparra “You Don’t Know What Love Is” reinventando la melodia alla sua maniera. Sonny non è da meno con l’avvolgente “Getting Sentimental Over You”.

Il lato B si apre con un omaggio di Art a Count Basie e via con “Lester Leaps In”. Clarence dalle retrovie fornisce la giusta quantità di energia, portando l’intera ciurma sul tetto del mondo. Il ritmo è garantito. “Just Friends”, uno standard amato da molti jazzisti, è sottoposto ad un nuovo trattamento di bellezza da Sonny e Red, che completano un coro senza la sezione ritmica, durante il quale i due sassofonisti si scambiano il ruolo di solista per ben quattro volte. Dal canto suo Clarence imposta un tempo demoniaco per “All God’s Chillun” e tutte le mani in pasta mostrano il loro virtuosismo e le fogge da alta sartoria jazz, soprattutto quando Larry Gales inizia a sfiorare il contrabasso con il suo arco per una breve fuga in solitaria. “Forecast: Sonny and Red”, registrato al Sage & Sound Studios di Hollywood nel 1976, è un disco facile e scorrevole, consigliato anche a coloro che nei confronti del jazz, solitamente, si dichiarano astemi e dotati di pochi enzimi digestivi.

Sonny Stitt

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