Tobia Bondesan, foto di Annamaria Lucchetti

// di Stefano Dentice //

Abbandonare la propria Comfort Zone per travalicare gli steccati stilistici più congeniali, sovente è un’operazione ardimentosa, particolarmente rischiosa, che richiede un certo grado di consapevolezza e, soprattutto, di maturità artistica. «Music for Dance», nuova realizzazione discografica pubblicata dall’etichetta Barly Records firmata da tre talentuosi jazzisti come Tobia Bondesan (sax alto), Michele Bondesan (contrabbasso) e Giuseppe Sardina (batteria e percussioni), è un ottimo esempio di come ci si possa esprimere affrancandosi da alcuni stereotipi che, troppo spesso, risultano essere financo coercitivi. La tracklist consta di undici composizioni originali frutto della piroclastica estrosità del trio. Sassofonista dalla fervida fantasia, dal fraseggio ipnotico e assai interessante specialmente dal punto di vista armonico, Tobia Bondesan è un nuovo talento della scena jazzistica italiana. Anche compositore, arrangiatore e direttore, nonché infaticabile sperimentatore sempre alla ricerca di nuovi stimoli, nuove soluzioni e brillanti idee, ha già collaborato con una pletora di musicisti blasonati in ambito nazionale e mondiale come Dave Burrell, Ernst Reijseger, Wayne Horvitz, Marti Herlich, Gunter “Baby” Sommer, Steph Richards, Robin Holcomb, Dudu Kouaté, Antonello Salis, Stefano Battaglia, Giovanni Maier, Alvin Curran, Paolo Damiani, Pasquale Mirra, Achille Succi, Silvia Bolognesi, Giancarlo Schiaffini, Greg Burk, David Boato, Alfonso Santimone, Piero Bittolo Bon, Gabriele Evangelista, Camilla Battaglia, Luca Perciballi, Alessandro Giachero e molti altri ancora. Fratello di Tobia, Michele Bondesan è un contrabbassista eclettico, animato da una morbosa curiosità musicale.

Nel corso della sua carriera si è esibito al fianco di svariati jazzisti di assoluto livello: Andrea Grillini, Silvia Bolognesi, Giancarlo Schiaffini, Francesco Orio, Francesco Cusa, Emanuele Parrini, Alessandro Giachero, Rino Adamo, Achille Succi, Giancarlo Tossani, solo per elencarne alcuni. Giuseppe Sardina è un batterista intuitivo, poliedrico, dal drumming ricco e mai banale. Grazie al suo talento ha condiviso il palco con diversi jazzisti di caratura nazionale e internazionale, ad esempio: Ares Tavolazzi, Dario Deidda, Roberto Cecchetto, Antonello Salis, Achille Succi, Giancarlo Schiaffini, Gabriele Evangelista, Giovanni Maier, Stefano Cantini, Mauro Ottolini, Pasquale Mirra, Silvia Bolognesi, Greg Burk, David Boato, soltanto per citarne qualcuno. Venendo all’album, il groove e il comping cesellato dal tandem Michele Bondesan-Giuseppe Sardina in «Milky Way», già fin dalle primissime misure, aumenta il livello adrenalinico. L’eloquio del sassofonista, dalle continue virate nell’out playing, è tumultuoso, spigoloso, locupletato da incandescenti cromatismi, Sheets of Sound e intensa energia espressiva. In «Flamenco», il discorso improvvisativo di Tobia Bondesan spicca per un’accattivante e tensiva ricerca intervallare, puntualmente sostenuto dal policromo tappeto ritmico architettato dalla coppia Bondesan-Sardina. «Fall and Recovery» esalta in particolar modo l’estro della ritmica che, come fosse un fiume in piena, supporta la guizzante elocuzione di Tobia Bondesan. Nel segno del free e dell’avant-garde jazz, «Music for Dance» è un disco in cui questo trio (pianoless) si esprime in modo viscerale, verace, lasciandosi guidare dall’ispirazione più autentica, andando All-In su un fervente interplay che permette ai tre musicisti di dialogare fittamente senza mai porsi (e imporsi) limiti talvolta perniciosi.

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