Peppe Santangelo Nu Quartet con «Il Volo Dell’Anima», una metempsicosi del jazz che si reincarna nel pensiero (Alse Music Records 2025)

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La poetica di Santangelo si estrinseca nell’attitudine ad evocare stati d’animo complessi, di dipingere paesaggi armonici che risuonano con le inquietudini e le aspirazioni dell’individuo contemporaneo. Le scelte timbriche, le progressioni accordali e le somministrazioni ritmiche concorrono a far germinare una pluridimensionalità ricca di significato…

// di Francesco Cataldo Verrina //

L’album «Il Volo Dell’Anima» del Peppe Santangelo Nu Quartet, pubblicato da Alse Music Records si solidifica come un trattato sonoro che trascende la mera successione di composizioni, trasformandosi in un viaggio attraverso la spiritualità, intesa nel suo significato più intimo ed universale. Spalmato su un concetto evoluto di post-bop contemporaneo, il concept, ispirato da profondi scritti esoterici e filosofici, si affiora come un percorso di consapevolezza, una perlustrazione dell’anima umana, concepita come entità eterea presente in ogni cultura. Il «volo» del titolo, pertanto, diviene la metafora di questa ascesa che si compie attraverso la modularità del jazz, il quale si fa linguaggio atto a raccontare la connessione tra la dimensione materiale e quella trascendentale.

L’album, nella sua interezza, si presenta come un’impalcatura sonora che riflette un’organizzazione del pensiero, un’elaborazione che, pur nella sua fluidità, tradisce un ordine interno ben definito e sotteso da arrangiamenti stabilizzanti. Le interconnessioni tra le composizioni non sono casuali, bensì studiate per creare un flusso coeso, una sorta di prosa musicale che possa accompagnare l’ascoltatore attraverso le diverse sfumature del sentire umano e spirituale. La poetica di Santangelo si estrinseca nell’attitudine ad evocare stati d’animo complessi, di dipingere paesaggi armonici che risuonano con le inquietudini e le aspirazioni dell’individuo contemporaneo. Le scelte timbriche, le progressioni accordali e le somministrazioni ritmiche concorrono a far germinare una pluridimensionalità ricca di significato, invitando a una fruizione che vada oltre l’ascolto superficiale, al fine di penetrare in un habitat intellettuale ed intellegibile teso alla contemplazione. L’album promulga, dunque, un impianto organolettico che, sulla scorta di un’ intrinseca poeticità ed un affondo letterario, esorta a riflettere sull’immanenza e sulla spiritualità della vita. Il progetto del sassofonista siciliano sancisce un viaggio interiore, un atto catartico che, seguendo la segnaletica musicale, induce a sondare gli anfratti dell’animo umano. L’organico correo in questo progetto vede Peppe Santangelo al sax e alle composizioni, Gabriele Orsi alla chitarra, Pierpaolo Salvagio al basso elettrico e Francesco Di Lenge alla batteria, un line-up che connota ogni episodio con un profilo sonoro coeso e strumentalmente significativo. Un senso di escavazione emozionale contrassegna «Il Volo Dell’Anima», alla stregua di un breviario in musica che sollecita una fruizione attenta al simbolismo e alla meditazione.

Il viaggio sonoro intrapreso con «Il Volo Dell’Anima», si si dipana attraverso un lotto di componimenti che, come capitoli di un romanzo, si susseguono per rivelare le diverse sfaccettature del carotaggio interiore. Il primo passo viene segnato da «Come Bruco Tra Le Ali», impregnato di qualche scaglia di shorterismo misterico e da una melodia a facile combustione, con la sua stessa denominazione evoca la metamorfosi, il passaggio da uno stato all’altro, in cui il bruco, simbolo di una vita in divenire, si prepara a trasformarsi ed a superare i propri limiti, in un processo che richiama l’inesistenza della morte, intesa come mera transizione. La musica, in questo frangente, si fa eco delle atmosfere create da David Lynch nei suoi film, come in «Mulholland Drive», dove la realtà si deforma, lasciando spazio ad un aura onirica e vaporizzata. Il clima di sospensione e di attesa, sottolineata dalle armonie, rimanda ad un’incursione nel romanzo «La Metamorfosi» di Kafka, dove il protagonista si risveglia nei panni di un mutante, intrappolato in una condizione alienante. Il tragitto prosegue con «Inaspettatamente Alba», disegnando volute di jazz vagamente nordico, sancisce la rinascita ed un nuovo inizio, i quali si manifestano sulle ali di un’armonia che si fa luce, una promessa di speranza e rinnovamento. L’intreccio tematico in questo caso, sembra trarre ispirazione dai dipinti di Claude Monet, in particolare dalle sue celebri «Ninfee», dove la luce gioca un ruolo fondamentale nel definire l’ambientazione e la consistenza dello spazio. La musica, con le sue melodie evocative, genera un’atmosfera di gaudioso rinnovamento, come un’alba che squarcia le tenebre.

La title-track, «Il Volo Dell’Anima», si attesta quale nucleo gravitazionale del concept, un invito ad immergersi nel mistero di un altrove impalpabile. Il tema incastonato in una lezione di puro post-bop, diventa veicolo di un pensiero cosciente e di un’indagine sulla connessione tra l’individuo e l’universo, mentre si percepisce l’eco delle sequenze create da Tarkovskij in «Solaris», dove lo scandaglio dello spazio esterno si fonde con una perlustrazione negli abissi del subconscio. In «Pensiero Cosciente», con una marcata perifrasi boppistica srotolata in verticale, si sottolinea l’importanza di un’analisi del proprio sé in relazione all’altro generalizzato per comprendere appieno il passaggio pro-tempore sulla terra. Il line-up in questo caso, sembrerebbe dialogare con i dettami di Jung sull’inconscio e sull’importanza dell’individuazione, mentre il costrutto sonoro, con le suo anelito di sospensione ed i suoi ritmi incalzanti, fa emergere la complessità della psiche umana, invitando l’ascoltatore a un sorta di lavacro interiore, finalizzato alla scoperta del sé. «La Leggenda di Remao e Morea» introduce il tema dell’amore come forza motrice dell’universo, come principio unificatore che trascende il dualismo, attraverso la narrazione di un’unione che si compie nell’ intima compensazione. Il sax soprano adduce un’aura fonica quasi fiabesca, mentre l’ascoltatore viene chiamato a riflettere sulla capacità dell’amore di superare ogni barriera, unendo gli opposti. Non è difficile rintracciare un’eco delle suggestioni innescate da Gabriel García Márquez in «Cent’anni di solitudine», dove l’amore e la passione sono elementi fondamentali per la costruzione e la distruzione del mondo. «Alchimista» è un alambicco sonoro che si dipana in maniera spiralica, evocando emozioni e suggestioni molteplici. Suggella l’album «Come in Alto, Così è in Basso», una ballata progressiva dall’aura brunita e crepuscolare, quasi un richiamo alla tradizione ermetica che spinge a contemplare la relazione tra il microcosmo e il macrocosmo. L’incedere sonoro si fa meditativo, con un’armonia che adatta il plot narrativo ad una sorta di ricerca dell’entità superiore. Non è difficile individuare un riverbero delle riflessioni di Giordano Bruno sulla natura dell’universo e sulla connessione tra il divino ed il terreno. Nel complesso, «Il Volo Dell’Anima» sancisce una sorta di paradigma umano, in cui la musica compie una circumnavigazione interiore che si alimenta di reminiscenze sonore e frazioni letterarie, artistiche e cinematografiche.

Peppe Santangelo Nu Quartet

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