«True» di Felice Lionetti, un inno alla vita fra contrasti armonici ed umani (AlfaMusic, 2025)

L’impianto tematico, al centro delle composizioni di Lionetti, diviene una sete di emozioni, che guida la ricerca di sviluppi possibili, capaci di scandagliare mondi interiori ed immaginati.
// di Francesco Cataldo Verrina //
L’album «True» di Felice Lionetti, pubblicato da AlfaMusic, si attesta come un’ode all’autenticità, una perlustrazione della verità intrinseca che risiede nella semplicità. Alla medesima stregua una fotografia ritrovata, capace di rievocare ricordi sopiti, le composizioni di Lionetti, nella loro equilibrata compliance fra armonia, ritmo e melodia, si trasformano in una «sonografia» dell’esistenza, un tentativo di dipingere con le note la tela della vita, tessendo un arazzo di emozioni contrastanti.
La melodia, fulcro del lavoro, si erge a «ode alla vita», un’esortazione a cogliere l’attimo fuggente, a sospendere il tempo per dare spazio alle emozioni. Il tempo stesso, in questa prospettiva, diviene fluido, capace di viaggiare indietro nei ricordi e di riversarsi nel mare dei sogni, per poi riemergere nel presente, laddove si confrontano aspirazioni e delusioni. Il titolo «True», nella sua polisemia, racchiude l’essenza motivica di un jazz di grana sottile, che per essere efficace deve spogliarsi di ogni orpello, mettendo a nudo l’anima, dove fragilità e bellezza si fondono. L’impianto tematico, al centro delle composizioni di Lionetti, diviene una «sete di emozioni», che guida la ricerca di sviluppi possibili, capaci di scandagliare mondi interiori ed immaginati. I componimenti, pertanto, promulgano una sorta di libreria dei sentimenti, in cui ogni tassello, ogni incunabolo si presta alla lettura di una suggestione emozionale, vissuta o da rivivere sulla scorta della percezione dei suoni. La condivisione di tali esperienze, secondo l’autore, permette di captare sensazioni autentiche anche nell’altro, apprezzando i valori più semplici di un’esistenza comune. Lionetti dedica questo lavoro alla tenacia del suo spirito creativo ed al coraggio che gli permette di dare forma alle sue visioni sonore. La sua partitura, con la sua intrinseca poetica, cerca di narrare, in virtù di un salace intreccio motivico, emozioni semplici ed autentiche, sfiorando la sensibilità dell’animo umano, al fine di riscoprire la poesia in ogni gesto quotidiano. L’organico che dà vita a queste composizioni vede Felice Lionetti al pianoforte, Giovanni Mastrangelo al contrabbasso e Antonio Cicoria alla batteria, un ensemble che connota il progetto con un profilo strumentale coeso e profondamente espressivo.
L’album si apre con il titolo eponimo, «True», una dichiarazione di intenti. Il pianoforte di Lionetti, sostenuto dal contrabbasso e dalla batteria, pennella un paesaggio sonoro che evoca la ricerca di un’essenza e di una verità celata dietro le apparenze. L’ impianto tematico appare rarefatto, quasi sospeso, un richiamo all’ascolto attento e alla riflessione. Il secondo episodio sonoro, «Clock», presenta un elemento temporale. Il ticchettio dell’orologio, sebbene non esplicitamente presente, risulta percepibile nel ritmo incalzante e nella tensione armonica. La musica diventa una rappresentazione del tempo che scorre, con le sue accelerazioni e rallentamenti ed i suoi momenti di stasi e di frenesia. «Generazione X» ci trasporta in un’altra dimensione. Il componimento, con le sue note brunite e i suoi ritmi sincopati, sembra evocare le inquietudini e le speranze di una generazione, divisa tra passato e futuro, tra disillusione e desiderio di cambiamento. L’ intelaiatura sonora genera un’aura di attesa e di ricerca di un punto di riferimento. Con «Dream», l’album si addentra in una dimensione onirica. Il passaggio tematico si fa più fluido, le armonie si distendono, generando un’aura di leggerezza e di sospensione, mentre l’intreccio motivico sollecita a lasciarsi trasportare dai sogni ed a sondare i territori inesplorati della mente. «Choral» estrinseca un momento di elevazione spirituale. Il costrutto sonoro diventa un’indagine sulla fede, sulla speranza, sulla ricerca di un significato più profondo nella vita. «Ricordi» è un tuffo nel passato. L’ afflato melodico, delicato e malinconico, evoca i ricordi che affiorano alla mente, con i loro momenti di gioia e di dolore; un pura esortazione a non dimenticare le proprie radici facendo tesoro delle esperienze vissute. La «SOS (Suite)» si scompatta in tre movimenti: «Tema», «Jeté» e «SOS». Il «Tema» adduce un motivo ricorrente, un tema portante, il quale si evolve tramutandosi nei movimenti successivi. «Jeté» rappresenta un’esplosione di energia, un momento di perforante intensità emotiva. «SOS» descrive il culmine della suite, un grido di aiuto, un’indagine delle proprie fragilità. «Ode to Life» di Don Pullen, eseguita in piano solo, chiude i battenti, con un inno al mestiere di vivere, un’esortazione a cogliere l’attimo fuggente, sulla scorta di uno sviluppo tematico coinvolgente e di un ritmo insinuante, quale celebrazione dell’esistenza, ossia un invito a godere di ogni istante. A conti fatti «True» si sostanzia come un’esperienza che, attraverso il costrutto sonoro, invita a scandagliare le profondità dell’animo umano.
