// di Francesco Cataldo Verrina //

Il classico triunvirato, formato da piano, basso e batteria, assume dei risvolti particolari se il band-leader è il contrabbassista. La differente gerarchia strumentale apre inedite vie di accesso e di fuga al costrutto sonoro, rispetto al tradizionale piano trio, in cui il pianoforte acquisisce il ruolo di dominus diventando spesso l’unico io-narrante, mentre basso e batteria ne sostengono i propositi, accompagnano ed espandono la progressione melodico-armonica del pianista-leader. Nel caso di «Nothing So Abstract» del Marcello Sebastiani Hu Trio, pubblicato da Notami Jazz, l’alchimia strumentale è perfetta e paritetica, mentre le singole individualità emergono e vanno a creare un piacevolissimo effetto d’insieme, dove il contrabbasso diventa una sorta di timoniere, il piano traccia le coordinate armoniche e la batteria garantisce la rotta. Del resto Sebastiani è un jazzista di lungo corso, docente e sideman per conto terzi, con un solido background ed un’ampia visione della lezione afro-americana, dove l’interplay e lo scambio sinergico risultano basilari.

l’Uh Trio con il quale Marcello Sebastiani nasce da una collaborazione con il batterista ungherese Bágyi Balázs avvenuta anni fa, consolidata nel tempo e che ha portato al recente l’incontro con il pianista Gáspár Károly. «Nothing So Abstract» registrato al Tom Tom Studio di Budapest, il 6 giugno del 2022, è frutto di una perfetta sinergia fra tre musicisti che dialogano ad armi pari e la cui la esposizione sonora diventa la summa di tre parti abilmente complementari e indirizzate al conseguimento di un risultato totale, collegiale e coeso. I tre musicisti, pur partendo in massima parte da composizioni di Marcello Sebastiani (quattro tracce su otto recano in calce la sua firma), uniscono le forze per implementare il concept complessivo attraverso il singolo bagaglio di idee, esperienze, tocco, sensibilità artistica e tecnica esecutiva. Bágyi Balázs dimostra di essere un batterista inventivo, capace di sottolineare con disinvoltura cambi di passo e di umore, mentre il pianista Gáspár Károly, sempre attivo ed interattivo, garantisce impennate tematiche e soluzioni armoniche non prevedibili; autore oltremodo di «One For Be», una ballata dall’umore cangiante e dai cromatismi attenuati, che evidenzia l’ottimo interplay all’interno dell’Uh Trio..

L’ascolto complessivo dell’album innesca stimoli molteplici. Traccia dopo traccia a cominciare dall’iniziale «Question» che conferma il gusto e la creatività di Marcello Sebastiani in veste di compositore, ma anche di ottimo tessitore di trame a maglie larghe, tanto da consentire il facile inserimento dei sodali, mentre la formula vincente si ripete soprattutto con la title-track, «Nothing So Abstract», in cui l’autore dimostra ampiamente di saper abbracciare tranquillamente passato e presente del jazz. «Four Colors» è la terza traccia in sequenza firmata da Sebastiani, ma costituisce anche il terzo esempio di modularità compositiva del contrabbassista, il quale consente al pianista di seguire una delle melodie più accattivanti dell’album, in un gioco di perfetto interscambio con la retroguardia ritmica. Con «Deep Purple», componimento di Peter De Rose, si cambia leggermente mood, ma si spalanca un’ottima vetrina espositiva in solitaria per il basso di Marcello Sebastiani, autore della successiva «Just With It», un up-tempo che esplora le radici del bop, ma senza guardare troppo nello specchietto retrovisore.

Il trio si muove costantemente su piano inclinato di un jazz dal mood contemporaneo, non dimentico della tradizione, «East Of The Sun», con una melodia a presa rapida, ed un perfetto gioco delle parti fra i sodali, diventa l’epitome del formato trio, un condensato stilistico di molti rimandi e riferimenti al passato ed al presente del jazz, ma il tasso di qualitativi esecutiva è elevato e l’ispirazione risulta palpabile, traccia dopo traccia, tanto da fugare ogni pensiero di ricalco o manierismo calligrafo. A suggello dell’album, «Softly As In A Morning Sunrise, un standard restituito al mondo degli uomini in una confezione prêt-à-porter, rinvigorito da uno zampillante pianoforte, da un flessuoso walking di basso e da un incisivo groove di batteria, dove talento e freschezza interpretativa diventano un passaporto per il futuro. «Nothing So Abstract» del Marcello Sebastiani Uh Trio è un disco composito e immediato al contempo, ricco di dettagli e sfaccettature, alchemico e maliardo: dopo un paio di ascolti potrebbe indurre alla dipendenza.

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