// di Gianluca Giorgi //

London Brew (2lp 2023)
Album tributo a Bitches Brew di Miles Davis che vede la partecipazione dei principali esponenti della scena jazz contemporanea come Nubya Garcia, Shabaka Hutchings, Tom Skinner, Benji B, Theon Cross, Dave Okumu ed altri. Un gruppo messo insieme dai produttori Martin Terefe e Bruce Lampcov originariamente per un concerto che avrebbe dovuto celebrare il cinquantesimo anniversario di Bitches Brew, poi cancellato a causa della pandemia. Il progetto era nato per un’esibizione dal vivo al Barbican di Londra in onore del 50° anniversario di “Bitches Brew” di Miles Davis all’inizio del 2020, esibizione inevitabilmente rinviata per la pandemia, si è quindi evoluto in questo imponente doppio long-playing “London Brew”. Man mano che le sessioni si sviluppavano, è diventato chiaro che sebbene Davis fosse l’ispirazione iniziale, la città stessa, la sua gente e la sua vibrante scena jazz, che ha assunto il proprio carattere singolare negli ultimi due decenni, è stata ugualmente fonte di ispirazione.La miscela londinese di elettronica e jazz, sicuramente più funky e ballabile, è la risposta del 21° secolo alla pionieristica fusione jazz che il mitico Miles ha fondato cinquant’anni fa. Il risultato è questo “infuso londinese”, 90 minuti di totale libertà, che non scivolano mai nell’improvvisazione rimanendo sempre rigorosi, ingegnosi, telepatici e coesi.“London Brew” fatta eccezione per alcune tracce, è molto interessante, ma non evoca il livello di energia dell’originale del ‘divino’, con il gruppo che, comunque, è riuscito ad imprimere fortemente il proprio marchio. Non una pietra miliare come fu Bitches Brew ma, sicuramente un ottimo lavoro, considerato anche il periodo storico in cui esce.

Wildflower (2017 ristampa ltd ed 2023)
Ristampa di questo disco ormai di culto dell’innovativo trio londinese Wildflower. Il gruppo comprende Leon Brichard (basso), Idris Rahman (sassofoni) membri fondatori dei Ill Considered e il batterista Tom Skinner del gruppo Sons of Kemet. La musica dei Wildflower ha i fondamenti del post-minimalismo, dell’hard bop e della libera improvvisazione, spirituale e potente. Il trio ci porta in un viaggio musicale intenso, meditativo e spirituale che incarna lo spirito della libertà, utilizzando melodie semplici e accattivanti come punto di partenza per poi creare ondate di emozioni con libere improvvisazioni. Grooves ipnotici tracciati dalle linee di basso di Brichard in cui il batterista Skinner gioca ad arte con i battiti, creando continui e inaspettati cambi di ritmo e con Rahman che svaria da un sottile interplay conversazionale ad una passione rabbiosa espressa ad alta voce. Ispirandosi ai pionieri del jazz spirituale come John e Alice Coltrane, Pharoah Sanders, Yusef Lateef e Sun Ra, le influenze compositive spaziano dalla musica Gnawa, al jazz modale, alla musica popolare bengalese, il tutto sotto il fattore unificante dell’interazione tra i tre musicisti, non c’è un struttura rigida e le melodie sono lasciate libere di respirare. L’album è una raccolta di registrazioni dal vivo e in studio che sono state registrate e mixate dalla band ed è veramente un bel sentire.

Rob Mazurek/Exploding Star Orchestra, Lightning Dreamers (LP, Silver lightning) (2023)
Lightning Dreamers è il nuovo lavoro del compositore, trombettista, astrattista interdisciplinare della musica moderna Rob Mazurek, che ha scritto la musica per una versione ridotta della sua Exploding Star Orchestra, da tempo in attività. Seguito dell’acclamata pubblicazione del 2020 Dimensional Stardust di Mazurek-ESO, l’album vede la partecipazione, tra gli altri, del chitarrista Jeff Parker, del cantante Damon Locks, del batterista Gerald Cleaver e dei pianisti Angelica Sanchez e Craig Taborn. È stato registrato per lo più nei remoti studi Sonic Ranch nel Texas occidentale, non lontano dall’attuale casa di Mazurek a Marfa, nei giorni precedenti il debutto della musica al festival Trans Pecos nel settembre 2021. Il missaggio e la post-produzione sono stati curati da Dave Vettraino presso gli studi IARC di Chicago nel 2022. La registrazione è un incantesimo sciamanico, con il flauto di Nicole Mitchell che vaga, i due batteristi che si intrecciano ed i tastieristi che si alternano, un’orda di suoni in cui si fonde avanguardia, elettronica e una nota di funk-rock psichedelico. Nel lato B Mazurek ha allargato l’orchestra con un espediente e cioè, ha intrecciato riprese dalle sessioni di Sonic Ranch con materiale dal vivo proveniente da un’esibizione ampliata dell’ESO registrata nel febbraio 2022 ai Sons d’Hiver di Parigi, in Francia, creando un viaggio “immersivo” che abbraccia i due brani della facciata. Mazurek ha avuto un impatto travolgente sulla musica creativa negli ultimi trent’anni, da quando è emerso dalla scena musicale di Chicago intorno agli anni ’90, partecipando a svariati progetti (The Sea and Cake, Stereolab, ensemble come Isotope 217° e Chicago Underground in una fusione di fine anni ’90 di jazz e indie rock). La manipolazione dell’elettronica e dell’acustica sono una fisima per il compositore che ha contribuito a introdurre il jazz nel nuovo millennio, per un viaggio sonoro che cerca sempre nuovi orizzonti.

Collocutor, Instead (2014 ristampa ltd ed 2018)
Instead è il debutto del superlativo ensemble Collocutor fondato e guidato dalla sassofonista, flautista e compositrice Tamar Osborn. Disco ormai di culto che ha avuto diverse ristampe, questa è del 2018 pressoché identica alla rara prima tiratura ma con artwork non più serigrafato. Un disco che porta una ventata di aria fresca sul panorama del jazz del nuovo secolo (il disco è uscito nel 2014), elaborando influenze jazz dell’epoca d’oro, grooves ritmici dai forti richiami africani, arrangiamenti capaci di abbinare le improvvisazioni jazzate dei sassofoni con grooves ritmici in cui si fondono radici africane e circolarità moderna. Nel disco confluiscono le influenze del jazz spirituale e modale degli anni ’60 con quelle dello afro-beat e della musica classica indiana, il tutto elaborato in un contesto moderno che fonde le suggestioni di quelle musiche così innovative in Occidente negli anni ’60 e ’70, con un sound fresco e contemporaneo. Afro-beat e Jazz contemporaneo… stupendo!

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