// di Francesco Cataldo Verrina //

L’idea di big band nel jazz risulta totalizzante, essendo la rappresentazione della completezza, della pienezza e dell’articolazione strumentale. Nell’immaginario collettivo di massa, quando si pensa al jazz, affiora subito alla mente una grande orchestra, dove si spalancano le porte del ritmo e della melodia, mentre le armonie corrono veloci a tempo di swing. La big band è la formula jazzistica più tradizione, ma è anche la più difficile: i musicisti devono essere ben disposti ad un gioco corale e sinergico senza tentare di sovrastare i sodali, le parti solistiche sono brevi e ben ripartite, mentre le fughe improvvisative sono contingentate e controllate. Il vero grande solista in un big band è il gioco di squadra, che deve essere armonico e confluente. La Edoardo Pascale Big band possiede tutti gli elementi costitutivi di un nutrito ensamble tradizionale, ma con non pizzico di spregiudicatezza che la colloca in dimensione percepibilmente contemporanea, collegandola all’attualità del jazz.

Parliamo di una big band di diciotto elementi, che propone uno spettacolo di circa un’ora di musica dal vivo, con brani originali, principalmente in stile swing e che Edoardo Pascale racconta così: «Lo spettacolo si articola in due parti: una prima parte da ascolto, volta a declinare nel linguaggio della big band suggestioni musicali eterogenee, che vanno dalla classica del Novecento al free jazz, fino al poliziottesco anni ’70, senza mai perdere l’immediata piacevolezza d’ascolto e l’allure tipico della grande orchestra. Una seconda parte ludica, più rigorosamente legata al linguaggio della tradizione, che offre la possibilità di essere ballata dal vivo in stile swing, balboa o lindy Hop». Nell’album «A Swindle Swing» è racchiusa tutta la magica e trascinate atmosfera di una serata in una music-hall. Il titolo «A SwIndie Affair» rimanda al Sinatra di «A Swinging Affair» fondendo le parole le parole «swing» e «indie. E come precisa lo stesso Pascale: «Swing perché la formazione è quella di un tipico ensemble swing (5+8) ed, in generale, il disco ha sonorità e incedere swing. Indie perché nasce come produzione dal basso, coinvolgendo associazioni e piccole realtà culturali torinesi come Tilt, Comala, Agenzia Cru e Capogiro Records».

Il disco è stato registrato nell’aprile del 2023, dopo la partecipazione al Torino Jazz Festival quale traino e stimolo al progetto che vede la partecipazione, tra gli altri, del chitarrista Claudio Lodati (Art Studio), istituzione del Free Jazz torinese e non solo. L’orchestra è così strutturata: Ance: C.Bonadè, S. Garino, G. Maina, N. Massimello, L.Zennaro; trombe: S.Cocon, I.Vigna, D.Avagnina, C.Mecca; tromboni; C.Giunta, A.Borio, A.Colasurdo, E.Filipozzi; sezione ritmica: M.Mazzeo-chitarra, L.Costanzo-pianoforte, C.Feltro-contrabbasso/basso elettrico, A.Boschiazzo-batteria; composizione, arrangiamento, direzione: E.Pascale. Soprattutto «A Swindle Swing» nasce sulla spinta ideale di un concetto legato al M.A.Y.A. (Most Advanced Yet Accepted) del designer Raymond Loewy, autore del famoso aforisma «A lot of people are interested in new things, as long as they look like the old ones» (Molte persone sono interessate alle novità, a patto che assomiglino a quelle vecchie).

L’opener «Mumbo Jumbo» sviluppa una trascinante atmosfera a metà strada tra Herry Mancini ed un affollato club degli anni ruggenti. «Amaro» è un’intrigante ballata innestata su un swing lento ricco di melodia e con qualche reminiscenza classicheggiante, adatto ad un ballo di coppia in una music hall. «Dalla collina», si sostanzia come un swing lento insanguato di blues, ma giocato su un tema dal sapore mediterraneo, dove la chitarra diventa l’io-narrante. Con «A Mano Armata» si entra in un clima a metà strada tra il poliziottesco italiano ed un’atmosfera modello blaxploitation. «Monello» è swing a tutto spiano, tanto che ci si ritrova catapultati virtualmente sulla famosa terrazza del Cotton Club in una dimensione vagamente anni ’30. Con «Lento signorile», come dire, nomen omen, ritorna l’intrigo sentimentale di alta classe, propedeutico al classico ballo della mattonella d’altri tempi. «Apollo Bounce» è un coinvolgente hard-swingn’ a tutta velocità, ricco di sfumature strumentali e cambi di passo. In chiusura una maliarda versione di un classico di Gino paoli, «La Gatta», riproposta attraverso una graffiante mood, imperniato su un flessuoso swing, cadenzato e sornione. «A SwIndie Affair» è un disco suonato in maniera sinergica e mercuriale da un ensemble che, pur usando lo specchietto retrovisore per guardare alla lunga tradizione jazzistica, non perde mai il contato con la contemporaneità ed il gusto per il divertimento allo stato puro.

Edoardo Pascale Big Band
2 pensiero su “«A SWINDIE AFFAIR» DELLA EDOARDO PASCALE BIG BAND DIVERTISSEMENT ALLO STATO PURO, FRA MODERNITÀ E TRADIZIONE (CAPOGIRO RECORDS, 2023)”
    1. E’ probabile che si ascolti con orecchie diverse e che si abbiano percezioni differenti, ma queste sono le parole di Edoardo Pascale, in riferimento alla recensione:
      Superlativa, non ho parole, è perfetta e tra l’altro denota un ascolto di tutto livello, assolutamente graditissimo ! Grazie Edoardo
      Può chiedere conferma direttamente a Edoardo Pascale.
      Due sono le cose: o il disco non l’ha sentito neppure il titolare o Lei si riferisce a qualcos’altro…

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