Fulvio Abbate

Nel gennaio del 2024 il vocabolo ‘amichettismo’, neologismo coniato dallo scrittore Fulvio Abbate – altresì titolo di un suo pamphlet pubblicato l’anno precedente – viene inserito nel dizionario Treccani. Basterebbe questo a fare dello romanziere e saggista palermitano ma romano d’adozione un personaggio illustre, una figura d’intellettuale atipico per la realtà nazionale, dentro e fuori il sistema, come evidenzia un curriculum strepitoso, tra libri, curatele di mostre, programmi radiotelevisivi, oltre tre importanti onorificenze quali il Commandeur Exquis de l’Ordre de la Grande Gidouille (Parigi, 8 settembre 2012), il Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana «Su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri» (Roma, 27 dicembre 2017) e l’ Ufficiale dell’Ordre des Arts et des Lettres (Parigi, 15 luglio 2022). Da ricordare infine quelle che sono le ultime tre nuove pubblicazioni: Gauche caviar, come salvare il socialismo con l’ironia (con Bobo Craxi) per Baldini+Castoldi, Lo Stemma per La nave di Teseo e appunto L’amichettismo per Pdfinprop Edizioni. Per il jazz resta celebre la commemorazione di Nicola Arigliano, in cui su Tele Durruti Fulvio Abbate canta Permettete signorina: tutto questo nella piena consapevolezza di contraddire la frase iniziale chiesta quale autopresentazione.

D In tre parole chi è Fulvio Abbate?

R Una persona, punto. Il resto è secondario, solo gli stronzi fanno valere i propri titoli.

D In almeno dieci-venti, cos’è l’amichettismo di tua invenzione teorica?

R È il pensiero, la dialettica, la complessità, il dubbio, il senso del limite e del ridicolo sostituiti da una complicità da comitiva adolescenziale con l’alibi dell’appartenenza alla sinistra. Ma sull’amichettismo ho scritto un trattato dove ne racconto più ampiamente l’essenza. Lo si trova scaricabile gratuitamente in rete e su Mowmag. <<

D Storicamente questo amichettismo di stampo PD può risalire al politico ‘kennediano’ degli anni Novanta?

R Veltroni è, non da solo, l’origine, ma altri, nel frattempo, hanno perfezionato il modello base aggiungendo altri accessori non meno mediocri.

D Le radici storiche dell’amichettismo italiano in ambito culturale sono da addebitar da un lato alla DC e dall’altro ai Club Service che soprattutto in provincia han sempre fatto il bello e il cattivo tempo in ambito artistico-intellettuale?

R No, l’amichettismo non va confuso con il familismo (più o meno amorale) e il clientelismo che storicamente appartengono a una società dove per molti la sudditanza è ritenuta un dovere civico, familiare appunto.

D Ti occupi di amichettismo soprattutto nel settore editoriale e letterario, ma concordi che sia un fenomeno esteso anche a ogni settore dell’attività umana?

R L’ambito, il contesto della produzione e dello scambio cosiddetto artistico sono i luoghi privilegiati dell’amichettismo.

D Vorrei parlare soprattutto dell’amichettismo in campo musicale che è il settore che conosco meglio, prima però vorrei che tu m i parlassi del tuo rapporto con la musica.

R Ormai ascolto soprattutto musica barocca.

D Che musica ascoltavi da bambino e poi da adolescente? E ora?

R Nel mio passato c’è stato il jazz, poi ho amato Bob Marley, The Smiths, The Style Council, poco o quasi nulla rock…

D Hai collaborato con musicisti o hai mai scritto/parlato di musica?

R Certo, Drupi ha scritto una canzone su un mio testo, e lo stesso è accaduto con Flavio Giurato e Rudy Marra.

D Sei al corrente dell’amichettismo musicale? Cosa ci dici al proposito?

R Immagino mostri le stesse caratteristiche di quello che accade in ambito letterario ed editoriale. L’evidenza del luogo comune in ambito musicale si coglie lontano un miglio, anni fa ero ospite in un programma televisivo e c’era anche Levante, era un dépliant vivente dei luoghi comuni da musica amichettistica.

D Vero che nel jazz in Italia esistono solo 4/5 musicisti che occupano il 99% della programmazione importante con cachet spesso di molto superiori a colleghi altrettanto bravi e originali?

R Sono i servi che fanno il padrone, e se anche il pubblico fosse complice di questo stato di cose? Come accade nel mondo letterario?

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